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Monte Carlo

OFFSHORER MARINE – MONTE CARLO

INTRODUZIONE:

Alla fine degli anni ’70 il cantiere Offshorer aprì una nuova era nelle imbarcazioni sportive di lusso, arrivando col suo Monte Carlo ad essere universalmente identificato come l’erede del mitico Riva Aquarama.

L’intuizione di questo prodotto venne direttamente da Carlo Riva che, venduto il marchio omonimo, decise di costruire un motoscafo capace di eguagliare l’Aquarama Special in termini di qualità costruttiva e charme, ma con una maggior maneggevolezza e migliori prestazioni in genere.

CARLO RIVA

I 3 GENI

Bob Hobbs era un architetto navale col pallino della matematica che lavorava negli anni ’70 per il Centro Ricerche dell’US Navy ov’era noto per l’applicazione delle equazioni a sistemi complessi alla forma delle carene.

Durante uno stage presso l’US Navy, Hobbs incontrò Cal Connel, il creatore dei motori marini Crusader che Riva impiegava abitualmente sui suoi runabout, e questi si interessò subito ai lavori di Hobbs ed alle loro applicazioni.

Il lavoro di Hobbs che attrasse maggiormente l’attenzione di Connel era una carena per motoscafi plananti di concezione completamente nuova: una carena a “V” profonda con 2 gradini, ma il prototipo denominato Tridyne era stato realizzato frettolosamente e maldestramente.

Connel comunque ne mise a parte l’ingegner Riva e questi seppe riconoscere immediatamente “il genio” in questa creazione e decise di svilupparla … così nacque la mitica carena del Monte Carlo.

I REDAN E LA CARENA

LA PRODUZIONE

Per tradurre un prototipo rivoluzionario (peraltro mal realizzato) nel “motoscafo che tutti volevano avere” ci voleva metodo e qualità. Determinante fu quindi la supervisione dell’ingegner Riva e di tutta la sua squadra per il controllo della produzione e della qualità costruttiva che fu, come doveva logicamente essere per uno scafo “made in Riva”, elevatissima.

LA SILHOUETTE

Tra il 1973 e il 1976 la squadra di Carlo Riva lavorò nell’ombra, arrivando infine al prototipo del Monte Carlo Offshore 28, alla cui produzione fu dedicato un nuovo stabilimento dal promettente nome di “Mare e Sole” strategicamente posto a Bevera di Ventimiglia, a pochi passi dal confine francese e dalla Costa Azzurra, che costituiva inizialmente una divisione del Boat Center della famiglia Riva.

L’APPEAL

Nel 1977 il cantiere divenne Offshorer Marine sotto la direzione di Patrizio Ferrarese e il 28′ fu portato a 30′.

LA POPPA

Successivamente il cantiere fu poi acquisito dai due campioni di motonautica Gianfranco Rossi e Renato Della Valle che che svilupparono ulteriormente il progetto e il 30′ divenne 32′.

LA CONSOLE

LA TECNICA

Lo scafo del Monte Carlo Superfast Offshore 27 (poi semplicemente Monte Carlo) era costruito in vetroresina rinforzata con fibra di carbonio con una carena a redan (gradini) per migliorarne la stabilità. I motori erano montati in posizione centrale, in modo da abbassare il centro di gravità dell’imbarcazione, contribuendo così a incrementarne la maneggevolezza.

Cal Connel progettò il sistema di trasmissione e Bob Hobbs si occupò della struttura dello scafo. Motori e raccordi erano gli stessi montati sui Riva di quegli anni.

Ovviamente la produzione era molto curata e, a parte una piccola fetta della produzione dotata dei turbodiesel Mercruiser, la maggior parte degli Offshorer Monte Carlo era allestita con una coppia di V8 Crusader, una motorizzazione esuberante che garantiva prestazioni di tutto rispetto (il modello poteva agevolmente superare i 50 nodi in configurazione standard).

IL MOTORE CRUSADER

Interessante e degna di nota è la trasmissione in linea d’asse con i timoni dietro le eliche, soluzione che assicura un’eccezionale sicurezza, ben superiore alla maggior parte degli scafi della stessa categoria che invece adottavano i piedi poppieri.

LA TRASMISSIONE IN LINEA D’ASSE E LA TIMONERIA

Anche le caratteristiche nautiche erano di valore assoluto: la carena a “V” profonda con pattini longitudinali si presentava con due step (redan) la cui funzione principale era quella di agevolare la planata e creare una turbolenza che creava un cuscino d’aria con funzione aerodinamica di sostentamento dello scafo.

LA CONSOLE CENTRALE

I risultati furono evidenti: planata immediata, assetto perfetto in ogni condizione di carico, aumento della velocità e contemporanea diminuzione dei consumi, portando a un comportamento dinamico complessivo senza pari nella categoria.

IL LAYOUT

Il Monte Carlo fu in produzione sino ai primi anni ’90 e prese idealmente il posto dell’Aquarama Special sia nell’utilizzo classico che in quello come tender per maxi yacht._

Fabrizio Rebolia

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